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Georg W. F. Hegel: riassunto

Ott 8, 2018

La filosofia di Hegel è spiegabile attraverso l’idealismo, inteso come teoria della non realtà del finito. Essa è una filosofia circolare e sistematica: tutti gli aspetti della realtà vengono analizzati e messi in relazione tra loro. Il compito della filosofia non è prescrittivo (di giudizio), ma descrittivo.

L’idealismo hegeliano ha tre capisaldi:

  1. Il finito si risolve nell’infinito: tutto ciò che esiste è parte o manifestazione della realtà. Questa coincide con l’assoluto e l’infinito, mentre gli enti coincidono con il finito. Il finito è dunque una parte dell’infinito, che non può esistere senza esso (la parte non può esistere senza il tutto). Ad esempio, singoli elementi storici non si possono comprendere se non in relazione a tutta la storia. L’hegelismo è una forma di monismo panteistico: l’infinito (Dio) si realizza attraverso il finito (il mondo).
  2. Ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale: La ragione è alla base della realtà. Essendo essa guidata da forza intrinseche, non è caotica, è bensì il dispiegarsi della ragione, la legge che guida il mondo. Tutto ciò che esiste ha ragione di essere, essendo razionale. Inoltre, tutto ciò che può essere pensato esiste. Questo preclude l’esistenza del noumeno kantiano, in quanto non si può supporre l’esistenza di una cosa non evidente.
  3. La filosofia ha una funzione giustificatrice.
LA DIALETTICA

La dialettica è la legge di sviluppo e comprensione della realtà. Essa si compone di tre momenti:

  1. Tesi: momento astrattointellettuale: affermazione di un concetto astratto o limitato.
  2. Antitesi: momento dialettico negativo-razionale: negazione del concetto e passaggio a un concetto opposto.
  3. Sintesi: momento speculativo positivo-razionale: riaffermazione dell’affermazione attraverso la negazione della negazione. Hegel usa anche il termine Aufhebung per descrivere il superamento della tesi e dell’antitesi e che conserva elementi positivi di entrambi i momenti.
FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

La fenomenologia dello spirito studia il φαινόμενον (ciò che appare). Questo termine denota l’autoriconoscimento dello spirito. Hegel definisce la fenomenologia “la storia romanzata della coscienza”, in quanto racconta il passaggio (individuale e sociale) da coscienza ad autocoscienza e poi alla ragione, che rappresentano i tre momenti di tesi, antitesi e sintesi.

Autocoscienza: Il momento di antitesi si divide in tre figure, e l’attenzione passa dall’oggetto al soggetto, considerato nei suoi rapporti con gli altri.

  1. Rapporto servo-signore: è il momento dell’incontro (o, per meglio dire, dello scontro) tra due coscienze, nel corso del quale una delle due si sottomette all’altra per paura di perire nella lotta. Si possono distinguere dunque una coscienza signorile e una servile. Con il passare del tempo il rapporto si ribalta: il servo si rende indipendente per mezzo del suo lavoro e realizza di essere indispensabile per la sopravvivenza del signore, che si scopre invece schiavo.
  2. Stoicismo e scetticismo: la coscienza individuale si confronta con il mondo e si rende conto che la libertà non dipende da esso (la libertà è per Hegel il poter pensare).
  3. Coscienza infelice: la coscienza si rapporta con Dio, ma tale rapporto genera infelicità: la coscienza non sa di essere la realtà e si trova dilaniata nella separazione tra uomo (finito) e Dio (infinito).

Ragione: l’autocoscienza assume in sé ogni realtà e diventa consapevole di essere la realtà stessa.

ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE IN COMENDIO

Nell’enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio spiega la realtà.  Essa, per Hegel, si articola in:

  1. Idea in sé e per sé: idea a prescindere dalla sua realizzazione nella natura. Essa corrisponde alla struttura logico-razionale della realtà, oggetto della logica.

La logica è suddivisa a sua volta in logica dell’essere, logica dell’essenza e logica del concetto e studia i pensieri oggettivi.

  1. Idea fuori di sé: alienazione dell’idea nelle realtà spazio-temporali del mondo. Essa corrisponde alla natura, che è oggetto della filosofia della natura.

La filosofia della natura è la sistematizzazione di tutto il sapere che precede Hegel. Essa si divide in meccanica, fisica e fisica organica e ha come presupposto la fisica empirica, che si limita però a fornirle il materiale da esaminare.

  1. Idea che ritorna in sé: idea che ritorna nell’uomo dopo essersi alienata nella natura e dopo essere diventata spirito. Essa corrisponde all’uomo e alle sue realizzazioni, che sono oggetto della filosofia dello spirito.

La filosofia dello spirito è lo studio dell’idea che si fa soggettività e libertà. Essa prevede tre momenti, che ora vedremo.

1. Spirito soggettivo

È lo spirito individuale che emerge dalla natura e inizia ad affermarsi come libertà. Esso si articola in anima, coscienza e spirito in senso stretto, che diventa spirito libero attraverso gli impulsi e la felicità.

2. Spirito oggettivo

È lo spirito che si manifesta a livello esterno attraverso il diritto. Esso, a sua volta,  si divide in tre momenti: diritto astratto, moralità e eticità, attraverso cui il soggetto si relaziona con ciò che è al di fuori di esso.

  1. Diritto astratto: riguarda l’esistenza esterna della libertà delle persone, concepite come soggetti astratti di diritto (persone giuridiche). Esso si divide in proprietà, contratto e sanzione.
  2. Moralità: la moralità è tipica della sfera individuale e riguarda i principi che permettono di distinguere il bene dal male. In altre parole, è la realizzazione individuale del bene. Essa si divide in proponimento, intenzione e bene. Il dominio della moralità è costituito dalla separazione tra la soggettività che deve realizzare il bene e il bene che deve essere realizzato, tipico della morale kantiana.
  3. Eticità (ethos): realizzazione del bene collettivo in quelle istituzioni che sono la famiglia, la società civile e lo Stato. Questi tre momenti sono le realizzazioni della realtà circostante. Lo Stato è la più alta realizzazione della libertà. Dunque, l’eticità realizza la libertà.
    1. Famiglia: realizzazione della natura, che si fonda sull’unità spirituale. Si articola nel matrimonio, che vincolando l’amore lo fa uscire dallo stato di natura, nel patrimonio, che crea un bene collettivo e nell’educazione dei figli, che dopo essere cresciuti ed essersi uniti con altre famiglie danno vita alla società civile.
    2. Società civile: è l’insieme dei rapporti di lavoro e si articola in sistema dei bisogni, amministrazione della giustizia e polizia e corporazioni. L’idea di Hegel di porre un terzo elemento tra la famiglia e lo Stato è molto innovativa.
    3. Stato: è la sintesi di tutto, ovvero la ri-affermazione dell’unità della famiglia attraverso la negazione della società civile. La famiglia è un sistema organicistico di cui l’individuo fa parte volontariamente. A essa manca però l’elemento soggettivo, introdotto dalla società civile, sistema atomistico di cui il singolo fa parte inconsapevolmente. Nello stato si ha la congiunzione tra organicità e soggettività.

Lo stato hegeliano viene detto etico in quanto incarnazione del bene comune: esso ha come fine ultimo la realizzazione e l’appagamento di una volontà universale. Hegel rifiuta così il modello liberale di Stato, ma anche quello democratico: l’individuo può avere un’identità unicamente all’interno dello Stato, altrimenti “i molti come singoli […] sono certamente un insieme, ma soltanto come una moltitudine”.

A questi due modelli Hegel contrappone una concezione organicistica dello Stato, secondo cui lo Stato non viene fondato dagli individui, ma viceversa. Inoltre, lo Stato hegeliano non è fatto di persone, si fonda bensì sull’idea di Stato. Ciò porta al rifiuto del contrattualismo, basato sull’individualismo, e del giusnaturalismo.

Hegel afferma inoltre che la costituzione, che chiama anche organizzazione dello Stato, non viene fatta dagli uomini, bensì scaturisce naturalmente dalla storia di un popolo.

3. Spirito assoluto

È lo spirito che realizza se stesso e assume la consapevolezza della propria assolutezza: tutto è spirito e la materia esiste perché lo spirito le dà significato. Questa presa di coscienza avviene attraverso tre momenti:

1 – Arte: espressione dello spirito attraverso la forma sensibile. Può essere:

  1. Simbolica: tipica delle civiltà orientali e degli Egizi. È caratterizzata da una sproporzione tra forma e contenuto: il simbolo rinvia a significati astratti.
  2. Classica: tipica dell’antica Grecia. Contrariamente al processo canonico di tesi-antitesi-sintesi, questo secondo momento costituisce quello di sintesi ed è caratterizzato dalla perfetta armonia tra forma e contenuto, che raggiunge attraverso la scultura della figura umana.
  3. Romantica: tipica dell’arte medievale e moderna, in particolare della poesia, della pittura e della musica. Presenta nuovamente uno squilibrio: il contenuto si impone sulla forma e, nella maggior parte dei casi, le opere si arricchiscono di individualità.

Ciò determina la morte dell’arte: l’arte è giunta al suo limite e non è in grado di esprimere la spiritualità moderna.

2 – Religione: espressione dello spirito attraverso la rappresentazione, che procede in modo a-dialettico. Lo sviluppo della religione, ovvero dell’idea di Dio, avviene attraverso quattro stadi:

  1. Religioni naturali: Dio è ancora “sepolto” nella natura. (Stregoneria e feticismo delle tribù primitive di Asia e Africa e le religioni panteistiche dell’estremo Oriente).
  2. Religioni della libertà: Dio inizia ad essere descritto come spirito libero, ma la visione è ancora naturalistica. (Religioni persiana, siriaca ed egiziana).
  3. Religioni dell’individualità spirituale: Dio appare in forma spirituale. (Religioni giudaica, greca, romana).
  4. Religione assoluta: Dio si rivela come puro spirito infinito. La religione assoluta è il cristianesimo, in cui il finito e l’infinito coincidono (Dio si fa uomo).

3 – Filosofia: espressione dello spirito attraverso il puro concetto. Nel corso di questo momento l’Assoluto – e dunque l’idea, così come Dio – si realizza pienamente. La filosofia è infatti pensiero di Dio. Per Hegel la filosofia si identifica con l’intera storia della filosofia che, con il suo idealismo, è giunta al compimento.


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