Ti è mai capitato di prepararti per giorni ma non riuscire comunque a rendere al momento dell’interrogazione? Ti sembrava di sapere tutto, ma era tutto molto confuso. Eppure hai letto, hai riassunto, hai ripetuto. Ci siamo passati tutti, penso. Cosa è andato storto? Partiamo da un presupposto: non sei tu il problema. Non è vero che non sei portato/a, che non sei in grado, non flagellarti. Ci sono materie più complicate di altre, e questo spesso dipende anche dal gusto personale. Ma nulla è impossibile. Vediamo insieme i tre passi per una resa migliore e una padronanza del contenuto che lascerà i professori senza parole!
1. COMPRENSIONE DEL CONTENUTO
Sembra banale, ma il primo fondamentale passo per l’eccellenza espositiva è la piena comprensione del contenuto che si vuole trasmettere. Che si tratti di capitoli di un manuale o di quanto detto dal professore a lezione, è fondamentale accertarsi di aver capito. Chiediti se ti è chiaro quello che hai appena letto mentre lo leggi. Non basta sottolineare le parti importanti: perché sono importanti? Come si potrebbero riformulare in poche parole? Questi step e consigli sono alla base della tecnica Feynman, di cui parleremo più avanti. Ma non basta compiere questa revisione sul materiale della verifica nel momento di preparazione, il che ci porta al prossimo punto.
2. RIELABORAZIONE DEGLI APPUNTI
In realtà è una fase che dovrebbe precedere quella di preparazione. Capisco però che possa essere difficile sviluppare questo tipo di abitudine, quindi consiglierei di provarci dopo aver già compiuto il primo passo. Gli appunti presi in classe sono materiale sacro, si sa. Ma non hanno alcun valore se riportano alla lettera le parole del professore. Rileggendoli, molte cose potrebbero risultare molto meno scontate di quanto si credesse, o di quanto non lo fossero al momento della stesura. Spesso si studia molto tempo dopo averli presi, quando certe nozioni non sono più così chiare e fresche. Anche in questo caso il consiglio è quello di rielaborare gli appunti mentre vengono presi, o la sera stessa, cercando di usare termini immediati per rendere il tutto molto più chiaro. Attenzione però a non stravolgere termini tecnici o definizioni specifiche.
3. LA TECNICA FEYNMAN
Il processo illustrato fin qui non è altro che la base di una tecnica di studio: la tecnica Feynman. Richard Feynman era un fisico, vincitore di un premio Nobel. Il suo metodo vuole permettere di imparare più in fretta, con una buona padronanza e senza la necessità di imparare a memoria una grande quantità di nozioni. Cosa si deve fare? Molto semplice: fingere di dover spiegare i concetti a un bambino di 8 anni. Il metodo più semplice per farlo sarebbe, be’, andare a casa del vostro cuginetto di otto anni e cercare di spiegargli Kierkegaard. Ma non è certamente il moto più comodo. Lo youtuber e productivity coachThomas Frank suggerisce un modo alternativo per farlo, usando solo un foglio. Le tappe sono le seguenti:
- Prendi un foglio: scrivici sopra il titolo, l’argomento che vuoi esporre.
- Spiega il concetto a te stesso, come se lo stessi spiegando a qualcun altro. Immagina di spiegarlo a qualcuno che non ha le tue stesse basi (in questo senso è utile pensare a un bambino di 8 anni)
- Rivedi la tua spiegazione: c’è qualcosa di poco chiaro? Qualche parte che scricchiola? Se necessario, riguarda il manuale o gli appunti, fai qualche ricerca. Quando sarà tutto chiaro nei termini più semplici, passa all’argomento successivo.
Feynman era un fisico, ma ciò non significa che la sua tecnica si debba limitare a materie scientifiche. Quello che è certo è che da la possibilità di studiare con criterio, di capire ciò che si memorizza e che si deve imparare. È questo che distingue uno studente eccellente da uno studente mediocre. Ed è per questo che tutti questi passaggi funzionano se hanno alla base un meccanismo funzionale: non si può pensare di assentarsi, essere disattenti o non fare i dovuti esercizi, per poi recuperare usando Feynman.
Ma questo voi già lo sapete.
Diana Greco Ciobanu