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Eschilo: L’Agamennone

Nov 12, 2018

Qualche tempo fa abbiamo parlato di Eschilo, analizzando i Persiani e l’Orestea. Ora è il momento di occuparsi della prima opera che compone la trilogia: l’Agamennone.

Nell’analisi che segue, trovate in rosso le parti importanti. Per quelle meno rilevanti ci limitiamo a un riassunto. Tra parentesi graffe trovate l’indicazione dei versi.

Prologo [vv. 1-39]:

Una guardia attende il segnale della conquista di Troia per ordine di una “donna dal maschio volere” (γυναικός ανδροβουλόν) [v. 11]. Tuttavia la guardia è preoccupata, ha un presentimento pauroso.

Parodo [vv. 40-257]

Entra il coro, formato da anziani notabili di Argo, che si chiede se Agamennone stia davvero tornando e rievoca gli antefatti della spedizione. Viene narrato il presagio favorevole di due aquile (gli atridi) che avevano ucciso una lepre pregna (Troia). L’indovino Calcante aveva però avvisato dell’odio di Artemide contro Agamennone, capo della spedizione. La flotta achea era dunque rimasta bloccata in Aulide, e solo dopo il sacrificio di Ifigenia era potuta ripartire. Introduzione del τον πάθει μάθος” (col patire, capire) [v.177]

Primo Episodio [vv. 258-354]

Clitennestra informa il coro che Troia è caduta quella notte stessa, ma non viene creduta, poiché non pare possibile che la notizia possa essere giunta in città così in fretta. Clitennestra spiega che, grazie ad una serie di segnali luminosi tra Troia ed Argo, ha potuto avere la notizia in brevissimo tempo.

Primo Stasimo [vv. 355-487]

Inno a Zeus, lodato come colui che punisce chi infrange la giustizia. Vengono rievocati il ratto di Elena ed i morti nella guerra di Troia. Tuttavia il coro dubita ancora che la notizia dell’imminente ritorno della spedizione vittoriosa sia vera.

Secondo Episodio [vv. 489-680]

Entra in scena l’araldo, che annuncia che Troia è caduta e che Agamennone sta tornando. È interrogato dal coro e racconta i disagi e le sofferenze della guerra, conclusasi però con la vittoria achea. Clitennestra afferma di aspettare con ansia il marito. Il coro chiede infine notizie di Menelao, di cui si sono perse le tracce.

Secondo Stasimo [vv. 681-782]

Il coro fa una riflessione su Elena, paragonandola ad un leoncino allevato in casa, che, una volta cresciuto, è causa di rovina per coloro che l’hanno ospitato. Il coro ragiona infine a proposito della dike, ossia la giustizia, che non onora i potenti ma i puri.

Terzo Episodio [vv. 783-974]:

Arrivano su un carro Agamennone e Cassandra, principessa troiana portata in Grecia come schiava. Il primo ringrazia gli dei per l’impresa riuscita ed il ritorno a casa. Clitennestra fa un discorso da sposa fedele, che ha duramente sofferto per l’assenza del marito, e convince Agamennone ad entrare a casa calpestando tappeti di porpora. Agamennone iniziamente rifiuta in una στιχομυϑία (stichomythìa), considerandolo un atto di ὕβϱις, un onore destinato agli dèi. In questa parte sono ricorrenti amfibolie e ambiguità di linguaggio (in particolare dal v. 906) da parte di Clitemnestra, che in realtà intende uccidere il marito. La scena è anche suggestiva dal punto di vista visivo, in quanto il tappeto purpureo anticipa il sangue che presto verrà versato.

Terzo Stasimo [vv. 975-1034]

Nonostante la conclusione vittoriosa della guerra ed il ritorno del sovrano, il coro ha un terribile sentore di morte imminente.

Quarto Episodio [vv. 1035-1330]

Clitennestra si rivolge con tono duro a Cassandra, che si rifiuta di scendere dal carro e rimane in silenzio. Cassandra, una volta che Clitennestra è rientrata nel palazzo, scende dal carro e comincia a lanciare oscuri lamenti ad Apollo. La donna, rapita da un’estasi profetica, rivede le disgrazie subite in passato dalla casa reale di Argo e prevede che tanto Agamennone quanto lei stessa saranno uccisi.

Quinto Episodio [vv. 1331-1576]

Il coro sente provenire da dentro la casa le grida di Agamennone colpito a morte e, sconvolto, s’interroga su cosa fare. Arriva Clitemnestra, mostrando i cadaveri del marito e di Cassandra, e dichiara trionfalmente di aver portato giustizia, vendicando la morte di Ifigenia e l’oltraggio che Agamennone aveva compiuto portando in casa Cassandra come amante. Il coro maledice Elena e Clitemnestra, e si lamenta per la sorte toccata al re (in un κομμός, cui Clitemnestra risponde). A questo punto Clitemnestra prende piena consapevolezza dei suoi atti, che pure aveva finora esaltato, e si dichiara vittima di un destino funesto.

Esodo [vv. 1557-1673]

Entra Egisto, che esulta per il piano perfettamente riuscito e per aver finalmente vendicato gli oltraggi subiti dal padre Tieste. Il coro lo maledice, temendo che si stia per instaurare un regime tirannico, e si allontana invocando il ritorno di Oreste.

Al termine della trilogia, nelle Eumenidi, si ha una soluzione significativa dal punto di vista teologico ed etico, oltre che, in un certo senso giuridico, attraverso l’istituzione dell’Areopago e il superamento del γένος e dell’ereditarietà delle colpe. Il circolo di sangue e uccisioni viene fermato. Questa scelta è espressione della grande religiosità di Eschilo.

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