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Karl Marx: vita e pensiero

Nov 26, 2018

Karl Marx (1818-1883) è stato un filosofo, economista e attivista politico (si associa agli economisti classici inglesi e ai socialisti utopistici francesi). Per lui la filosofia è una praxis rivoluzionaria. Nel frattempo in Europa si diffonde invece il Positivismo, corrente filosofica secondo cui il vero sapere è la scienza. La piena fiducia in essa è la comune caratteristica dei filosofi positivisti (tra cui ricordiamo Auguste Comte, John Stewart Mill e Herbert Spencer)

La filosofia marxista si oppone per certi versi al Positivismo. Essa si basa su pochi, importanti, elementi fondanti:

  • L’essenza dell’uomo è il lavoro (caratteristica che lo distingue dagli altri esseri viventi). Attraverso il lavoro l’uomo trasforma la natura.
  • L’economia è intesa da Marx come essenza del contesto in cui vive l’uomo: è la  struttura del reale.
  • Il pensiero non mutato in azione non ha valore: cesura con la filosofia precedente e rifiuto di una filosofia contemplativa; il suo fine è esaurirsi nella rivoluzione.
  • L’idealismo hegeliano compie il grande errore di confondere l’essere con la ragione: per modificare la situazione socio-economica bisogna essere consci della sua irrazionalità.
  • Feuerbach viene invece considerato ingenuo poiché non cala il materialismo in una dimensione storica (economico-sociale).

Vediamo nello specifico alcuni capisaldi del suo pensiero. 

1. CONCETTO DI ALIENAZIONE

Si tratta di una forma di estraneazione, perdita di umanità, causata da fattori economico-sociali (come le condizioni di lavoro).  Anche questo concetto ha quindi un carattere economico-sociale.

  • L’alienazione è sempre stata vissuta dall’uomo, sin dall’antichità, ma chiaramente approfondita nella società borghese.
  • “Ciò che è umano è bestiale, ciò che è bestiale è umano”: il lavoro, attività prettamente umana, diventa bestiale per il suo svolgimento. Allo stesso modo tutto ciò che è bestiale, atti e bisogni fisiologici dell’uomo, sono gli unici atti unicamente umani.
  • L’alienazione investe il proletario così come investe il capitalista (che non riesce ad essere uomo all’interno del meccanismo della società borghese)

2. IL MATERIALISMO STORICO

  • Marx riconosce nell’economia la vera struttura della realtà.
  • Arte, filosofia, politica, religione (etc.) sono sovrastrutture  determinate e dipendenti dalla vera struttura economico-sociale della realtà.
  • La storia è sempre stata caratterizzata dalla lotta tra classi, aggravata dall’Industrializzazione, che ha ridotto il numero delle classi a due soltanto: borghesia e proletariato.

3. LA LOTTA TRA DUE CLASSI

  • La crescente miseria del proletariato coincide con la ricchezza progressiva della borghesia.
  • Il proletariato è destinato a diventare sempre più unito, arrivando a sviluppare una coscienza di classe che porterà alla rivoluzione del proletariato (attraverso un processo graduale).
  • Prima fase della rivoluzione:  “Comunismo rozzo”, dittatura del proletariato.
  • Seconda fase: “Comunismo maturo”,  società senza classi e senza stato.
  • La nuova società, dopo la rivoluzione a suo parere inevitabile:
    • Da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni (per quanto riguarda la retribuzione del lavoro).
    • Questo è un processo di riumanizzazione dell’uomo.

Il socialismo utopistico francese, secondo Marx, fallisce nel proporre dei mezzi per la risoluzione del problema sociale. Si tratta dell’attesa di forme sociali future priva di una fondazione scientifica.

4. ATEISMO MARXIANO

Consiste essenzialmente nella soppressione totale del problema di Dio:

  • La religione è giustificata dall’alienazione: è una consolazione umana, una droga (“l’oppio dei popoli”), è un instrumentum regni.
  • Nella società senza classi la religione è destinata a scomparire perché scomparirà la necessità di una consolazione.

5. LE DOTTRINE ECONOMICHE

Marx ritiene che non esistano leggi economiche eterne, valide per tutti i tempi e per tutti i popoli. Ogni legge economica è l’espressione del contesto storico ed economico-sociale. Questo porta a una critica degli economisti classici inglesi che credevano invece di poter stabilire leggi economiche universali. A partire da questo, Marx teorizza tre dottrine economiche:

  • Identità tra valore e lavoro: il valore di un oggetto è dato dalla quantità di lavoro necessario per produrlo.
  • Il plus-valore: il profitto del capitalista deriva da uno scarto tra il lavoro realmente  eseguito dall’operaio e la sua retribuzione effettiva.
  • La miseria crescente che investe il proletariato (influsso hegeliano: la necessità storica) che porterà necessariamente alla rivoluzione e all’esplosione della società capitalistica.

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