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La sintassi del periodo latino: coordinate e subordinate

Dic 27, 2021

Coordinate e subordinate sono due tipologie di proposizioni che si trovano all’interno del periodo. La sintassi studia l’organizzazione del periodo, cioè una frase complessa costituita da due o più proposizioni in rapporto tra loro. Per reggersi, ogni periodo composto da più proposizioni deve contenere un enunciato di base, cioè una proposizione sintatticamente autonoma, che è detta indipendente (perché potrebbe esistere anche da sola) o principale (perché da essa dipendono tutte le altre). Coordinate e subordinate si distinguono proprio in base al loro rapporto con l’enunciato di base. Questo vale tanto in italiano quanto in latino. 

La proposizione principale o indipendente

La proposizione principale o indipendente, sia in italiano che in latino, può essere di diversi tipi.

  • Enunciativa:  riferisce un fatto o un pensiero, si costruisce con l’indicativo.
  • Interrogativa diretta: pone una domanda in modo diretto; si costruisce con l’indicativo o con un congiuntivo indipendente.
  • Esclamativa: esprime un sentimento o un’emozione; si costruisce con l’indicativo.
  • Volitiva: esprime una volontà; si costruisce con il congiuntivo esortativo, il congiuntivo desiderativo o l’imperativo.
  • Incidentale: è una breve frase inserita all’interno del periodo, che serve a chiarire un’affermazione o a commentarla.

Le altre proposizioni all’interno del periodo si distinguono in due diverse categorie in base al loro rapporto con la principale.

  • Coordinate: quando sono disposte in sequenza, ma sono anch’esse autonome (potrebbero esistere anche da sole), cioè non dipendono sintatticamente dalla principale.
  • Subordinate o dipendenti: non sono sintatticamente autonome, ma dipendono da un’altra proposizione. 

Le coordinate

La coordinazione è il collegamento fra due o più proposizioni poste sullo stesso piano, cioè autonome e indipendenti l’una dall’altra dal punto di vista sintattico. Anche in questo caso esistono due tipologie di coordinate, a seconda della frase a cui è collegata.

  • Coordinata alla principale: è indipendente e autonoma come la principale.

Per esempio: Marcus currit / et videt canem (Marco corre / e vede un cane).

Marcus currit è la principale, mentre et videt canem è la coordinata alla principale. Si tratta di due proposizioni indipendenti, che stanno sullo stesso piano.

  • Coordinata alla subordinata: è dipendente come la subordinata. 

Per esempio: Marcus fugit / quia timet patrem / et cupit solitudinem (Marco fugge / perché ha paura del padre / e desidera la solitudine).

Marcus fugit è la principale, da cui dipende la subordinata causale quia timet patrem, alla quale è coordinata et cupit solitudinem

La coordinata è introdotta da una congiunzione coordinante. Ne esistono diversi tipi, in base ai quali si distinguono varie specie di coordinazione:

  • Copulativa: congiunge due proposizioni semplicemente unendole, e può essere di tre tipi.
    • Affermativa: et, -que, atque, ac (e); etiam, quoque (anche).
    • Negativa: neque, ne, et non, ne… quidem (nemmeno).
    • Correlativa: et… et (sia… sia); cum… tum (come… così), modo… modo (ora… ora); nec… nec (né… né).
  • Disgiuntiva: separa due proposizioni e le pone in alternativa. Le congiunzioni sono:
    • aut (o), per due concetti che si escludono a vicenda.
    • Vel (o), per due concetti poco diversi, per cui l’uno non esclude l’altro.
    • Seu, sive (o piuttosto), precisa un concetto espresso in precedenza.
  • Avversativa: oppone le due proposizioni coordinate. Le congiunzioni sono:
    • sed, verum, vero, autem (ma).
    • At, atqui (eppure); tamen (tuttavia).
  • Dichiarativa: unisce due proposizioni di cui la seconda spiega e conferma quella che precede. Le congiunzioni sono:
    • nam, enim (infatti).
  • Conclusiva: unisce due proposizioni indicando che la seconda è la conseguenza della prima. Le congiunzioni sono:
    • ergo, igitur (dunque).
    • Itaque (pertanto).

La subordinate 

La subordinazione è la disposizione nel periodo di due o più proposizioni poste in dipendenza una dall’altra. Il termine arriva dal latino sub, cioè “sotto” e ordinatio, cioè “disposizione”. Indica quindi un ordinamento sintattico che prevede la collocazione di una frase in dipendenza da un’altra. 

Una subordinata è una proposizione priva di autonomia sintattica e per questo è anche detta dipendente o secondaria. Si dice di 1° grado se dipende dalla principale; di 2°, 3° grado e così via se dipende da un’altra subordinata.

Le subordinate si classificano in questo modo:

  • completive/sostantive/complementari dirette: nel periodo hanno la funzione che è svolta da un sostantivo in un caso diretto, cioè quella di un complemento diretto. In altre parole fungono da soggetto o da complemento oggetto nei confronti della principale. Esse sono:
    • infinitive.
    • Completive introdotte da quod dichiarativo; completive di fatto (ut/ut non); completive volitive (ut/ne); introdotte da quin, quominus, ne.
    • Interrogative indirette.
  • Attributive: svolgono nel periodo la funzione che è svolta dall’aggettivo o dall’apposizione. Appartengono a questo gruppo solo le relative proprie.
  • Circostanziali/avverbiali/complementari indirette: svolgono nel periodo la funzione che è svolta dai complementi indiretti, cioè arricchiscono la reggente introducendo informazioni circostanziali di vario genere. Esse sono:
    • Finali: indicano il fine o lo scopo dell’azione espressa nella reggente (svolgono la funzione del complemento di fine).
    • Causali: indicano la causa di quanto è espresso nella reggente (svolgono la funzione del complemento di causa).
    • Consecutive: indicano la conseguenza di quanto è affermato nella reggente.
    • Temporali: collocano nel tempo l’azione della reggente, in una relazione di contemporaneità, anteriorità o posteriorità (svolgono la funzione del complemento di tempo).
    • Concessive: indicano la circostanza nonostante la quale si verifica il fatto espresso nella reggente (svolgono la funzione del complemento concessivo).
    • Condizionali: indicano la condizione necessaria perché si realizzi quanto espresso nella reggente.
    • Comparative: stabiliscono un paragone con quanto detto nella reggente (svolgono la funzione del complemento di paragone).
    • Avversative: indicano un’azione o un fatto in contrapposizione con quanto detto nella reggente (svolgono la funzione del complemento di sostituzione).
    • Relative improprie: sono relative con significato finale, consecutivo, eccetera. 

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