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Studiare con la musica: 10 consigli per non distrarsi

Gen 25, 2022

Studiare con la musica? Per alcune persone potrà sembrare un controsenso, per altre un’ovvietà: c’è chi non riesce proprio a concentrarsi senza il silenzio assoluto e chi invece si rifiuta di leggere senza minimo sottofondo musicale. Possiamo riscontrare questa divergenza di opinioni anche in ambito scientifico, in quanto diverse ricerche hanno mostrato pregi e difetti tanto del silenzio quanto della musica. La mancanza di certezze non deve però scoraggiarci; semplicemente dobbiamo capire cosa funziona meglio per noi e renderlo il più efficiente possibile. Non importa se preferiamo studiare con la musica o nel silenzio, ciò che conta è saper ampliare i benefici e attutire gli svantaggi di ognuna delle due modalità.

In questo articolo ci concentreremo in particolare sull’uso della musica, perché tra le due opzioni è sicuramente la più complessa, nonché quella verso cui ci sono più dubbi e pregiudizi. Inizieremo con cinque consigli generali relativi principalmente a che tipo di musica scegliere, quando e come ascoltarla. Successivamente vi parleremo di cinque generi che secondo noi rispettano in pieno questi criteri e vi forniremo i link alle nostre playlist di Spotify, mix e live streaming di Youtube preferiti

5 consigli generali per studiare con la musica

1. Accorda la musica al compito giusto

Studiare con la musica, come abbiamo già accennato, non è sempre la soluzione migliore. Lo studio è composto da varie tipologie di attività che richiedono differenti livelli di concentrazione e coinvolgono diverse capacità cognitive. Leggere e comprendere un libro richiede più attenzione e capacità di pensiero del mettere in ordine la scrivania e il materiale prima di iniziare la sessione di studio. Allo stesso modo ripetere ad alta voce è meno faticoso che scrivere un testo sia da un punto di vista attentivo che da un punto di vista cognitivo. 

Per alcune di queste attività l’accompagnamento migliore sarà il silenzio, per altre invece sarà la musica. In generale l’idea è questa: più basso è il livello di concentrazione e di pensiero, più è probabile che si abbia voglia di studiare con la musica e più grandi possono essere i vantaggi che se ne possono trarre. Tuttavia, quale sia il limite a partire dal quale la musica risulta più un ostacolo che un aiuto dipende dalla singola persona, non c’è un parametro fisso. Per alcun3 il silenzio è fondamentale in qualsiasi fase dello studio, anche nelle più semplici e leggere. Il sottoscritto, invece, è forse una delle poche persone che si trova a proprio agio anche a scrivere ascoltando musica. Proprio adesso sto ascoltando la mia stazione radio di lofi hip hop preferita (di più sul genere nella seconda parte dell’articolo).

2. Usa la musica per eliminare le distrazioni

La musica è un’arma a doppio taglio: può essere una distrazione oppure può eliminare le distrazioni. La nostra esperienza musicale è per lo più relativa al primo caso. Dopotutto la maggior parte della musica è prodotta con lo scopo di attirare la nostra attenzione. Un musicista vuole essere ascoltato (altrimenti perché avrebbe scritto e registrato la sua canzone?). Forse è anche per questo motivo che fatichiamo ad associare la musica allo studio. 

Tuttavia non tutta la musica è di questo tipo. Alcuni generi musicali hanno l’obiettivo opposto di essere dei sottofondi sonori, perfetti per rilassarsi o concentrarsi. Questo tipo di musica è particolarmente efficace nello studio poiché crea una specie di bolla che blocca i rumori provenienti dall’esterno. Si crea quindi un’immersione totale nel compito che stiamo svolgendo (una specie di “flow”). Questo è fondamentale in quanto, come gli amanti dello studio taciturno ben sanno, il silenzio non è mai totale e duraturo; prima o poi qualcosa disturberà la fragile quiete che si è instaurata. Perciò, queste tipologie di musica hanno un doppio vantaggio: non solo non sono una distrazione ma soprattutto eliminano le distrazioni, permettendoci di concentrarci esclusivamente sull’attività che dobbiamo svolgere.

Per studiare con la musica è quindi fondamentale saper distinguere la musica-sottofondo dalla musica-distrazione. Per farlo è sufficiente affidarsi a pochi e semplici criteri. 

  • Niente o pochissime parole. La voce umana richiama istantaneamente la nostra attenzione e ci spinge a concentrarci sul significato del testo della canzone piuttosto che su quello che stiamo leggendo. Perciò, la musica più adatta allo studio è quella strumentale;
  • Melodie semplici e ritmi ripetitivi. Il nostro cervello deve essere in grado di “prevedere” la musica e quindi spendere la minor quantità possibile di energia cognitiva nell’ascolto. Solo così la musica può scivolare sullo sfondo e supportare la nostra attenzione senza intaccarla;
  • Mancanza di eventi salienti. La salienza indica la qualità di certi elementi di emergere dallo sfondo sonoro attirando l’attenzione. Un rullo di tamburi, un improvviso cambio di tonalità oppure un passaggio dal cantato al rappato sono esempi di eventi salienti (ma lo sono anche il latrato di un cano, il pianto di un bambino o le pubblicità). Sono potenti fonti di distrazione da evitare quando si vuole studiare con la musica.

3. Ascolta la musica prima, durante e dopo la sessione di studio

Uno dei principali benefici della musica è quello di migliorare considerevolmente il nostro umore. La musica ha un enorme potere: può influenzare e alterare tanto il nostro comportamento quanto il nostro stato mentale. Pensate a quella voglia di ballare che istintivamente sorge ascoltando delle hit dance, oppure a come certe canzoni ci rendano immediatamente tristi o felici. Questo può essere utile ai fini dello studio in molti modi: contrasta l’ansia e lo stress da prestazione, riduce il senso di stanchezza e ci motiva a continuare a studiare.

La cosa veramente fantastica è che possiamo sfruttare questo potere quasi magico della musica non solo durante, ma anche prima e dopo la sessione di studio (due opzioni che piaceranno anche agli amanti del silenzio). Prima di iniziare a studiare, la musica può darci la giusta carica per cominciare. In questo caso è consigliato ascoltare generi che non rispettano i canoni che abbiamo appena citato (quindi quasi tutti i generi tranne quelli che vi proponiamo più avanti) o magari proprio le nostre canzoni preferite! Dopo la sessione di studio, invece, la musica può avere un effetto rilassante e calmante. Ci mette infatti nello stato ottimale per assorbire e metabolizzare tutte le informazioni che abbiamo appena appreso.

4. Riproduci la musica in modo diverso a seconda del contesto

Potrebbe sembrare triviale, ma in realtà per studiare con la musica efficacemente dobbiamo anche pensare alla modalità di riproduzione. Non è affatto lo stesso ascoltare la musica in cuffia, dall’altoparlante del computer oppure da delle casse: fa tutta la differenza del mondo. Se la musica arriva direttamente nelle nostre orecchie tramite delle cuffiette saremo molto più consapevoli di star ascoltando qualcosa e quindi saremo più probabilmente distratti. Mentre se la musica viene riprodotta nell’ambiente è più probabile che sparisca sullo sfondo svolgendo al contempo la sua funzione di “coperta” per gli altri suoni distraenti.

Quindi qual è la modalità di riproduzione migliore? Dipende. La soluzione ottimale è quella di riprodurre il suono nell’ambiente attraverso gli altoparlanti del computer; ancora meglio sarebbe voltare le casse da cui esce il suono verso il muro. In questo modo il suono sarà più sporco, ma scivolerà ulteriormente nel sottofondo sonoro della stanza. Non tutt3 però abbiamo delle casse da posizione dove si vuole e soprattutto spesso ci troveremo a dover studiare in luoghi abbastanza rumorosi come bar, sale studio o parchi (se vi piace lo studio all’aria aperta). Ecco che in questi casi le cuffiette diventano l’opzione migliore poiché ci isolano completamente dall’ambiente esterno (e poi, diciamolo, così almeno non diamo fastidio alle altre persone o non dobbiamo subire i loro giudizi musicali).

5. “Hackera” il cervello creando delle associazioni mentali

Il nostro cervello è una macchina biologica straordinaria, ma è possibile (e anzi molto facile) ingannarlo. Volendo si può sfruttare questo fatto per “hackerare” il nostro cervello, portandolo a fare delle cose in modo subconscio. Applicato allo studiare con la musica questo significa semplicemente creare delle associazioni mentali tra la musica e l’atto dello studiare. Questo lo si può fare in molti modi, tutti però richiedono un certo lasso di tempo per sortire gli effetti desiderati.

Una prima tecnica è quella di ascoltare sempre la stessa tipologia di musica quando si deve fare qualcosa che richiede concentrazione. Io per esempio quando ascolto musica lofi entro subito in modalità-studio, il mio cervello “sa” che è arrivata l’ora di mettersi al lavoro. Una seconda modalità è legata alla memorizzazione. Ascoltiamo la stessa playlist sia durante lo studio sia durante il ripasso sia poco prima dell’interrogazione o dell’esame: è probabile che il cervello immagazzini e ricordi meglio le informazioni apprese proprio in virtù dell’associazione mentale con la musica. 

5 generi consigliati per studiare con la musica

1. Lofi hip hop

Quando si parla di studiare con la musica moltissim3 pensano subito alla musica lofi, che letteralmente significa “low fidelity”. Le caratteristiche di questo genere sono, infatti, un suono sporco con una bassa risoluzione ed elementi di imperfezione (consapevoli e voluti), un beat ripetitivo e rilassante, una melodia semplice e un po’ malinconica / nostalgica ed elementi sonori “fuori contesto” come suoni ambientali o spezzoni di film, serie tv e videogiochi. Ciò rende il lofi hip hop perfetto per studiare in quanto ogni singolo elemento è costruito apposta per rendere la musica parte del nostro sottofondo sonoro e mentale.

La musica lofi è particolarmente apprezzata dalle nuove generazioni sia come musica per studiare che in generale (ti consigliamo questo video per scoprire il perché). Esistono tantissime playlist su Spotify o live streaming su Youtube di questo genere, noi ci limiteremo a consigliarti i nostri preferiti. Tra i consigliati non possono certo mancare i canali di Lofi Girl (probabilmente la stazione radio di lofi più famosa al mondo) e di Chillhop Music (il mio preferito), dove ci accolgono rispettivamente una ragazza in stile anime intenta a studiare e un simpatico procione. Su Spotify invece vi consigliamo di provare la lofi beats curata dalla piattaforma stessa e, per chi vuole provare qualcosa di un po’ diverso, questa playlist di lofi giapponese. Infine c’è il bellissimo sito lofi.co dove è possibile modificare i setting musicali, audio e grafici a proprio piacimento.

2. Colonne sonore

Meno ovvio è forse il collegamento tra lo studio e le colonne sonore di film, serie tv o videogiochi. Il che è un peccato perché queste in realtà hanno tutte le caratteristiche per essere ottimi sottofondi sonori. Anzitutto perché sono strumentali, in secondo luogo perché non sono prodotte con lo scopo di attirare attenzione verso se stesse in quanto devono supportare le azioni dei personaggi e dare l’atmosfera delle narrazioni in cui sono impiegate. Infine, rimandando in modo inconscio a momenti piacevoli di svago, permettono di creare quelle associazioni mentali positive che abbiamo visto essere fondamentali per “hackerare” il nostro cervello.

Tra i film la colonna sonora definitiva per studiare è senza dubbio quella di The Social Network, mentre la playlist definitiva è Hans Zimmer – Study Time che raccoglie le musiche più rilassanti di Hans Zimmer (il famoso compositore dietro a capolavori come Inception, Interstellar, La Teoria del Tutto e Atlas) e non solo. Tra le serie tv, invece, vi consigliamo di ascoltare le colonne sonore di Westworld e dell’anime Samurai Champloo, in particolare questa versione appositamente editata della traccia Aruarian Dance di Nujabes. Infine, anche i videogiochi hanno molto da offrire in termini di musica per studiare: dalle atmosfere folk di Life is Strange all’acustica sperimentale di Nier: Automata (che nel 2017 ha vinto il premio per la miglior colonna sonora). Qui trovate un mix con le tracce migliori per studiare.

3. Musica elettronica

Un altro genere molto adatto allo studio è la musica elettronica. È un genere molto ampio e infatti possiamo suddividerla in due macrocategorie. Da un lato, c’è la musica elettronica “ambient”, caratterizzata da ritmi lenti e melodie dolci (in fondo molto simile alla musica lofi. Dall’altro lato, invece, abbiamo la musica elettronica “focus”, caratterizzata da ritmi più serrati e melodie più aggressive. Se la prima è perfetta per rilassarsi e studiare in tranquillità, la seconda è invece più adatta a concentrarsi e “stare sul pezzo” (perfetta per quando si è in ritardo sulle scadenze!). I ritmi incalzanti e le melodie complesse tengono sveglia la mente, mentre contemporaneamente la mancanza di eventi salienti le impedisce di distrarsi.

Della prima categoria possiamo consigliarvi il canale Youtube Space Ambient Music che streamma 24 su 24 musica super rilassante e l’album Echo Earth di Akasha System, che trasforma suoni naturali in atmosfere elettroniche sospese. Nella seconda categoria invece spiccano l’album Utility di Anunaku e la playlist di Spotify Electronic Focus. A metà tra le due opzioni c’è Ambient Electronic: con i suoi 967 brani avrete più di 87 ore di musica elettronica adatta allo studio.

4. Musica strumentale di vario genere

Come abbiamo già visto, la strumentalità è una caratteristica fondamentale nella musica per studiare, in quanto la presenza di voci e parole ci distrarrebbe troppo da quello che stiamo facendo. Ovviamente l’instrumentalità va associata  Sono tantissimi i generi che le soddisfano tutte: la musica classica, il jazz, la musica folk o popolare in genere. Per non fare un torto a nessun3 vi diamo un consiglio per ciascun genere.

Anzitutto nella musica classica dobbiamo per forza citare il famosissimo album Una Mattina di Ludovico Einaudi. Nuvole Bianche non solo è un capolavoro ma è anche perfetta per concentrarsi e rilassarsi. Per il jazz invece ci pensa già Spotify con la sua playlist Jazz for Study. Infine per gli ultimi due generi ci sbilanciamo su due scelte un po’ inusuali: un mix di chitarra spagnola (tango e flamenco per capirci) e l’album Genesi dell’artista di strada Genesio Antonello che usa come strumenti il didgeridoo e l’handpan (una sorta di scudo di metallo che si percuote con le dita). 

5. Suoni bianchi, suoni ambientali e musica “funzionale”

Concludiamo questo articolo con delle proposte un po’ più di nicchia, ma che se fanno per voi ve ne innamorerete. La prima è la playlist Ambient Chill che conta un gruppo sempre crescente di tracce ambientali create insonorizzando suoni provenienti dalla natura. La seconda invece è il podcast Relaxing White Music: ogni episodio (che può durare anche otto ore!) consiste in una raccolta di suoni bianchi (cioè neutri). Di musicale non hanno niente, ma sortiscono comunque tutti gli effetti positivi dei generi che abbiamo visto finora.

Infine un posto speciale lo occupa Brain.fm. Questo sito si appoggia alla scienza per creare “musica funzionale”, ovvero musica appositamente composta da un algoritmo per creare quello stato di concentrazione e relax propizio per lo studio. Il servizio è a pagamento ma potete fare cinque sessioni di prova e, se funziona, potrebbe valerne la pena. E se così non fosse non avete di che preoccuparvi: ormai avete tantissime altre opzioni per studiare con la musica e tantissimi consigli per sfruttarla nel modo migliore; ora sta a voi!

Benjamin

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