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Salvador Dalí: vita e opere

Apr 19, 2022

Pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo: Salvador Dalí è uno dei massimi esponenti del Surrealismo, corrente artistica e letteraria d’avanguardia del Novecento. Il movimento è caratterizzato dall’aspirazione verso il sogno, la follia e una realtà intangibile, raggiungibile solo attraverso l’immaginazione e l’inconscio. Questi elementi sono fondamentali nel processo creativo e permettono all’essere umano di esprimere la sua essenza più vera e profonda.

La biografia di Dalì

Salvador Dalí nasce a Figueres, una cittadina in Catalogna, nel 1904 da una famiglia borghese benestante. Il fratello maggiore, suo omonimo, era morto nove mesi prima di meningite. Conducendolo sulla tomba, i genitori fecero credere al piccolo Salvador di essere la reincarnazione del fratello (Dalí si convinse di questo e ciò lo fece impazzire).

Dalí frequenta prima la Scuola d’arte e poi l’Accademia di belle arti. Nella sua carriera scolastica viene più volte espulso, poiché accusa i docenti di non essere abbastanza preparati per poterlo valutare: il suo carattere è sopra le righe, è una figura carismatica e particolare con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti. Anche il suo aspetto era bizzarro: capelli e basette lunghe, abbigliamento simile a quello degli esteti britannici di fine Ottocento. Tuttavia, ad attirare del tutto l’attenzione erano i suoi dipinti, vicini al Cubismo.

Nel 1926 Dalí visita Parigi e incontra un artista che ammira profondamente: Pablo Picasso, il quale aveva già sentito parlare di Dalí da Joan Mirò. Queste due importanti figure influenzeranno molto l’opera del pittore surrealista (sebbene assorbirà influssi da moltissimi stili diversi, dalla pittura classica all’avanguardia più estrema).

Dalí è un flâneur: colui che non avendo necessità di lavorare perde tempo, che vaga oziosamente e passeggia cercando l’ispirazione; le opere di Dalí nascono dall’allucinazione immortalata su tela. Sono libere da pregiudizi interpretativi, etici, morali ed estetici per liberarsi completamente e avere una visione del mondo massima, lasciando emergere l’aspetto psichico fatto di fobie, pulsioni, istinto, sogno e follia.

Dalí muore nel 1989 per un attacco di cuore mentre ascoltava il suo disco preferito, Tristano e Isotta di Wagner. Viene sepolto all’interno del suo Teatro-Museo di Figueres, a soli tre isolati dalla casa in cui era nato.

Le opere di DalÌ

Venere di Milo con cassetti (1936)

È una scultura che nasce dalla stessa operazione fatta da Duchamp con la Gioconda: un’icona si tradizione artistica e in questo caso di cultura classica viene stravolta con l’intento di sottolineare il cambiamento dell’essere umano

Dal Novecento l’individuo è frammentato tra conscio e inconscio, non sa più come gestire sé stesso e ciò che lo circonda. Nei cassetti della Venere ci sono i segreti, le pulsioni, gli elementi nascosti dell’animo umano; sono dischiusi, perché l’essere umano non si è ancora reso conto della profondità della sua dimensione psichica. I pomelli, collocati nelle aree ritenute più sensuali (il desiderio sessuale è una delle tematiche chiave del Surrealismo, che lo ritiene uno strumento di conoscenza) sono in pelliccia: scatenano il desiderio di toccare la scultura e di aprire i cassetti. Questo però non può essere fatto, e in questo emerge la dimensione del desiderio che viene acceso ma non può essere soddisfatto.

Giraffa in fiamme (1937)

Dalí spesso dà alle sue opere dei titoli descrittivi: descrivendo le cose illogiche che dipinge amplifica il senso straniante della composizione.

Quest’opera viene usata da Dalí per testimoniare la sua capacità premonitrice: nella sua lettura la giraffa rappresenta la guerra civile spagnola, che si sarebbe verificata l’anno successivo. La giraffa in fiamme rappresenta la distruzione, la morte, la metamorfosi in una dimensione di esotismo che spesso è presente e in cui la decontestualizzazione degli animali li rende ancora più evocativi.

In questa pianura deserta, spesso ritratta da Dalí, si erge in primo piano una figura femminile, che replica l’idea dei cassetti ed è in decomposizione: le ossa sono puntute, la magrezza estrema, le braccia scorticate e il volto senza espressione. Nella schiena della donna si innestano flauti, che ricordano membri maschili, retti da stampelle: la stampella è uno dei simboli più importanti di questo periodo a cui Dalí è molto legato. Rappresentano solidarietà, sostegno reciproco.

La persistenza della memoria (1931)

La pianura di questo dipinto è un luogo reale esistente caro a Dalí sin dalla sua infanzia. Il nitore cristallino dell’aria e del paesaggio è dovuto alla reale atmosfera di questo altipiano spesso spazzato da venti che impediscono la creazione di nebbia: c’è una percezione nitida del dettaglio fino allo sfondo. La pianura è assolata e desolata, palcoscenico perfetto per presentare deliri e ossessioni

Gli orologi molli, emblematici, sono simbolo dell’attesa in un aneddoto di vita quotidiana di Dalí: una sera aveva organizzato una cena a base di formaggio Camembert, per sé e la compagna, sul terrazzo di casa. Lei tuttavia tarda, lui l’aspetta, ma lei continua a non arrivare: così l’ultimo sole inizia a sciogliere il formaggio che cola dal bordo del tavolino. L’attesa è infinita, le lancette degli orologi molli non possono più girare, tutto è fermo e sospeso.

Mentre delle formiche stanno assediando l’unico orologio solido rimasto, un orologio molle è appoggiato su un ramo secco, che rappresenta l’infertilità di questa attesa, mentre un altro si stende su un autoritratto di Dalí: come gli orologi, anche lui in questa forma molle si trova in un momento di metamorfosi ed evoluzione. 

Per Dalí il momento paranoico, quello creativo per eccellenza, è indicato anche come momento molle: rappresenta l’ossessione, la metamorfosi, la continua possibilità di mutare forma come avviene nei pensieri e nei sogni. Il momento critico è il momento duro: le forme di sogno ed ossessione trovano una forma definitiva, cristallizzata all’interno di una composizione realistica, attenta alla resa delle cose, riconoscibile, mimetica.

Idillio atomico uranico e melanconico (anni Cinquanta)

È presente il riferimento alla bomba atomica: con la Seconda Guerra Mondiale e lo sgancio della bomba, Dalí cambia i propri soggetti e si dedica a uno studio molto attento delle parti che costituiscono la materia: gli atomi. Queste sfere sono per lui gli elementi, che erano stati svelati dalla scienza dell’epoca e diventati di dominio comune con l’esplosione della bomba. Rappresenta una sorta di nuova Guernica.

Dalí rilegge il profilo della Venere di Botticelli in un volto con occhi e bocca delineati da un aereo. Sorgono ed emergono simboli che mescolano passato e presente. La maceria si lacera, l’orologio molle rappresenta come il tempo si blocca nel bombardamento. In alto a destra c’è una figura molle che rappresenta l’artista in lacrime. Tra queste figure ci sono anche dei giocatori di baseball: il lancio della pallina diventa per Dalí emblema del movimento degli atomi, degli elettroni e della materia che continua a girare. L’autoritratto, con gli occhi senza orbite, è la parte più drammatica e realistica.

Destino (2003)

È un cortometraggio iniziato da Walt Disney e Salvador Dalí nel 1945, completato ed infine prodotto nel 2003 dalla Walt Disney Company. Si gioca di nuovo sulla pallina da baseball che viene lanciata e si sgretola.

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